L’allestimento è fugace, ha la vita di una farfalla… ha un’esistenza breve, ma delle grandi opere architettoniche permanenti condivide lo stesso anelito alla bellezza e alle cose fatte bene.
Il lavoro dell’allestitore é adrenalina per i tempi strettissimi di realizzazione, é la soddisfazione di vedere realizzata un’idea con la materia che interagisce con lo spazio circostante (i riflessi, i rumori e gli odori… che nessuna realtà virtuale é ancora in grado di simulare), il brivido sulla schiena di quando arriva il cliente ed attendi la sua reazione, il senso quasi di onnipotenza quando risolvi brillantemente un imprevisto, la polvere di legno nel naso che resta anche nei giorni seguenti, la spossatezza dei chilometri nelle gambe, le città e i luoghi che hai la possibilità di visitare, l’appagamento di quando ricevi complimenti e riconoscimenti, le storie che hai la possibilità di condividere…quel senso di comunanza che solo i lavori pesanti e le difficoltà creano tra gli individui.
L’allestimento sono le persone che vivono e condividono la stessa passione, che la comunicano nei gesti, ma soprattutto nei fatti. Nella dedizione per un lavoro complicato e complesso che inizialmente ti stupisce e disorienta e poi ti entra nelle viscere.
L’allestimento ai tempi del Covid: una chimera! Tutto questo ora è sospeso… e ci manca come l’aria…
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